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Archivio Storico Fotografico

L’archivio storico fotografico dell’ex Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini” conserva alcune decine di migliaia di foto e negativi, inerenti soprattutto all’attività di ricerca dei primi etnologi italiani. Il materiale fotografico presente è databile tra il 1865 e il 1940. Tra le collezioni di fotografia etnografica si conservano alcune delle raccolte più celebri sia per la storia delle discipline antropologiche sia per la storia della fotografia, come ad esempio quelle di Enrico H. Giglioli (1845-1909), formata a partire dal 1856 e acquisita nel 1913, di Lamberto Loria (1855-1913) acquisita nel 1897, di Guido Valeriano Callegari (1876-1954) formata a cavallo del secolo, di Luigi Pigorini (1842-1925) integrata dai carteggi che accompagnavano gli scambi di fotografie.

L’archivio storico fotografico dell’ex Museo di Arti e Tradizioni Popolari “Lamberto Loria” ha i suoi nuclei principali nelle raccolte del Museo di Etnografia Italiana e nella Mostra di Etnografia Italiana del 1911. Il fondo storico ha come limite cronologico il 1950, oltre il quale iniziano le collezioni moderne. Le immagini fotografiche offrono un significativo ed eterogeneo panorama della fotografia di argomento demologico degli ultimi anni dell’Ottocento e dei primi del Novecento. Tra le immagini, meritano menzione, in primo luogo, le fotografie provenienti dagli archivi dei Fratelli Alinari e di Giacomo Brogi, di Firenze, e di Romualdo Moscioni, di Roma. Il fondo storico comprende inoltre una interessante raccolta di cartoline, che presentano immagini ricavate dalle serie fotografiche di noti autori, come i fratelli Alinari, Bernoud, Chauffourier, Esposito, Naya, Sommer. Nel settore moderno sono invece conservati materiali databili dagli anni ’50 dello scorso secolo ad oggi, che documentano i temi più significativi della ricerca antropologica in Italia: feste, comportamenti devozionali, pratiche rituali, tecniche di lavoro agricolo e artigianale, vita pastorale e marinara, giochi e spettacoli di piazza, problematiche sociali. Tra i nuclei più significativi si segnalano quelli di Annabella Rossi, databile tra il 1950 e la fine degli anni ’70, di Sabina Cuneo (oltre mezzo milioni tra positivi e negativi) e di Franco Cancian (circa 150 positivi).

L’archivio storico fotografico dell’ex Museo di Arte Oriente “Giuseppe Tucci” è diviso in quattro sezioni: l’archivio fotografico delle raccolte, formato da lastre in vetro, negativi, diapositive e stampe B/N e a colori di oggetti orientali relativi alle raccolte statali, acquisite dal 1957 ad oggi; l’archivio fotografico generale, che raccoglie stampe in bianco e nero e negativi, relativi ad oggetti orientali conservati nelle raccolte pubbliche e private in Italia e all’Estero, oltre al materiale di proprietà dell’IsIAO, in deposito presso il Museo, relativo a mostre e manifestazioni, tenute in Italia dal 1956 al 1970; l’archivio delle Missioni Archeologiche Italiane dell’IsIAO, che comprende la documentazione delle campagne di scavo e restauro condotte dall’IsIAO in Afghanistan, Iran, Kuwait, Nepal, Oman, Pakistan, Thailandia, Turkmenistan, Uzbekistan e Yemen; l’archivio Storico, a sua volta suddiviso in due sezioni: il “fondo G. Tucci”, di proprietà dell’IsIAO, che raccoglie lastre in vetro, diapositive, negativi, stampe in B/N relativi alle missioni condotte tra il 1928 ed il 1948 dal grande orientalista Giuseppe Tucci sullo Himalaya indiano, Tibet e Nepal, e il “fondo storico”, composto da collezioni fotografiche per lo più consistenti in albumine e stampe baritate, databili tra il 1870 ed il 1938. Di particolare rilevanza il fondo G. Andreino, console italiano a Mandalay (Birmania) con documenti databili agli anni appena successivi al 1870; il fondo Mancioli con foto e negativi di monumenti e aspetti di vita quotidiana afghana scattati tra il 1933 ed il 1938, ed il piccolo fondo Paolini con una raccolta di cartoline dei primi anni del ‘900 che raffigurano alcuni importanti monumenti di Kabul, oggi scomparsi.

L’archivio storico fotografico dell’ex Museo dell’Alto Medioevo “Alessandra Vaccaro” è costituito in massima parte di negativi, circa 5000, riferiti agli oggetti esposti nelle sale che appartengono in massima parte alle collezioni delle necropoli di Nocera Umbra (Perugia) e Castel Trosino (Ascoli Piceno). Altre memorie in fotogramma si riferiscono ai marmi e alla domus cultae di Santa Rufina.