The Digger

Ali Cherri (Beirut, 1976; vive e lavora tra Beirut e Parigi) filma la vita quotidiana di Sultan Zeib Khan, un custode e scavatore pachistano che da vent’anni lavora nelle missioni di scavo archeologiche dell’emirato di Sharjah (Emirati Arabi Uniti). Più precisamente nei siti della necropoli neolitica di Jebel al-Buhais, costituita da siti di sepoltura che attraversano le varie epoche dell’insediamento umano nel territorio: pietra, ferro, bronzo, fino al periodo ellenistico. Tra le tombe più recenti, quelle della cultura Wadi Suq, costruite in superficie con tumuli o composizioni in pietra più articolate. Un senso di attesa pervade il film, che si muove tra gli scavi e gli allestimenti museali costruiti attorno ai ritrovamenti, con la sola presenza di Sultan che si muove tra la costruzione di una narrazione archeologica e l’oblio a cui il deserto sembra riportare tutto. Anche le città contemporanee di Abu Dhabi e Sharjah si intravedono, come ologrammi, sullo sfondo, offuscate dal calore che le avvolge, e meno tangibili delle sepolture che restituiscono i ricordi di vite passate, sotto forma di scheletri, utensili e altri oggetti che popolano le vetrine del museo privo di pubblico. Il collegamento con le sale dedicate alle collezioni preistoriche del Museo delle Civiltà stabilisce un possibile nesso transnazionale, facendo emergere la dimensione atemporale dell’attività di scavo archeologico e proponendo un momento di riflessione condivisa sul concetto di civiltà, a partire da materie e autori della sua fondazione e, più in generale, sull’era antropogenica e la sua musealizzazione contemporanea.